Il Natale è ormai alle porte, e cosa c’è di meglio di una bella infornata di titoli horror ambientati proprio sotto le feste? Escluso sfondarsi con il torrone e il pandoro ovviamente. Parlando proprio di quest’ultimo, sono una vita che aspetto un film horror con un pandoro assassino, ma nonostante le mie numerose letterine a Babbo Natale, il mio desiderio non è stato ancora esaudito. In ogni caso, in questi giorni ho ripassato il genere, quindi vi elenco alcuni film che potrebbero soddisfare la vostra sete di un Natale rosso sangue. Manco a dirlo, uno dei titoli scelti è proprio quello… e probabilmente è anche il film peggiore, ma non potevo lasciarlo fuori. E chi sono io? Babbo Natale?
CHRISTMAS EVIL (1980)
Il primo film di cui vi parlo è un classico uscito dopo tanti anni in DVD anche nel nostro paese. In questo lavoro di Lewis Jackson, la storia ruota attorno a Harry, un tipo leggermente fissato con il Natale tanto che casa sua pare un tempio dedicato alla festa messo in piedi da uno psicopatico. E togliamo il “pare”. Quando era un bambino, proprio durante un notte di Natale, Harry vede il padre travestito da Babbo Natale intento a fare il porco con sua madre; per questo motivo resta appena appena traumatizzato. Quando ti aspetti di trovare sotto l’albero la stazione dei pompieri della Lego e invece ti ritrovi a vedere uno spettacolo porno dal vivo di dubbia qualità. I Natali indimenticabili.
Quel momento segna profondamente il ragazzo, tanto che da adulto si ritrova incapace di crescere e integrarsi con gli altri. Un giorno, con l’avvicinarsi delle festività, tra un problema a lavoro, dove si ritrova a che fare con colleghi figli di sottana, e varie ed eventuali, Harry sclera del tutto. Prima decide di diventare Babbo Natale lui stesso, dopo inizia a scrivere un libro dove appunta i nomi dei bambini buoni e cattivi, spiandoli nella loro vita quotidiana come se fosse un maniaco. In particolare se la prende con un bambino sorpreso intento a sfogliare una copia di Playboy. Io sarei finito sicuramente nel suo libro nelle pagine a rischio. In realtà, nel suo intimo profondo Harry si rivela essere un buono, uno che ci tiene proprio al Natale e a premiare chi lo merita e farla pagare a chi si è comportato male, solo che esce completamente fuori di melone e tanti saluti. Tanto per capirci, inizia ad andare in giro con il suo furgoncino – su cui è disegnata una slitta – e quando picchia sul volante si sente il rumore come se stesse frustando le renne. Un tipo senza problemi mi dicono.
La violenza in verità è relegata del tutto alla fine del film, il cui scopo è più che altro raccontare il disagio e l’angoscia di questo bambinone cresciuto a metà e colpire con una critica molto precisa il buonismo che gira intorno al Natale. Sicuramente un lavoro che risente un po dei suoi anni, ma se non lo avete mai visto, direi che merita una visione.
https://www.youtube.com/watch?v=JyLsbRL3eYo
GREMLINS (1984)
Nella lista devo mettere per forza questo cult di Joe Dante con tanto di Steven Spielberg a fare da produttore esecutivo, anche se sono certo che lo conoscete tutti. Almeno noi vecchietti… diciamo che per i più giovani potrebbe essere utile sapere qualcosa di questo piccolo gioellino. La storia si svolge in pieno periodo natalizio, dove facciamo la conoscenza di Billy Peltzer e della sua famiglia. Il padre di Billy decide di regalare a suo figlio un Mogwai di nome Gizmo, ovvero un mostriciattolo buffo e teneroso trovato in un bizzarro negozio di chincaglierie a Chinatown. Ne ho desiderato uno per tanto tempo… ma non il peluche, proprio uno vero. E non mi arrendo ancora, sono certo che da qualche parte esiste e io lo troverò. Magari chiederò aiuto a Liam Neeson. Accudire il piccolo Gizmo però non si rivela semplicissimo, soprattutto per via di tre regole fondamentali a cui attenersi. La prima, mai esporlo alla luce perché potrebbe innervosirlo o ucciderlo. La seconda, mai farlo bagnare perché a contatto con l’acqua si moltiplica. Ultima regola, mai farlo mangiare dopo mezzanotte, perché altrimenti sono cazzi. Ovviamente le regole vanno a farsi benedire, la prima a causa del flash della macchina fotografica della signora Peltzer; la seconda quando, “per sbaglio”, Gizmo viene bagnato. La conseguenza è che dalla sua schiena iniziano a saltare fuori alcuni bozzoli che, il giorno dopo, danno vita ad altri Mogwai come lui.
Il problema è che a differenza di Gizmo, questi si dimostrano meno paccioccosi e quando riescono a trovare un modo per potersi nutrire, infrangendo quindi l’ultima regola, si trasformano in mostriciattoli verdi meno tenerosi e con i denti affilati e intrisi di veleno. I Gremlins appunto. Da questo momento, tutto il film gira intorno alle avventure dei Gremlins che vogliono prendere il controllo della città, tra tante scene memorabili e divertenti tipo la madre di Billy che ammazza tre mostriciattoli con gli elettrodomestici o il piccolo Gizmo che sfreccia a bordo di una macchinina giocattolo. Un natale meraviglioso, altro che giocare a Monopoli con la famiglia fino ad addormentarsi sul tavolo. Non mancano poi le citazioni, da E.T a Flashdance e tanti altri. Un vero omaggio al cinema classico, di cui Joe Dante è uno dei grandi maestri. I Gremlins conoscono solo caos e distruzione. La loro missione è rovinare il natale, rendere la vita degli esseri umani impossibile e anche ucciderli. Insomma, non ci si annoia mai.
Sicuramente tra tutti i film horror ambientati a Natale, questo resterà sempre il mio preferito.
SANTA’S SLAY (2005)
Scritto e diretto da David Steiman, questo “Santa’s Slay” vede l’ex Wrestler Goldberg nei panni di un Babbo Natale cattivo e vendicativo inserito all’interno di un contesto comico e surreale. Il film si apre con una cena dove tra le altre cose è presente Fran Drescher, indimenticabile pezzo di f… ehm, volevo dire indimenticabile protagonista della serie tv “La Tata”. Tra un piatto e l’altro, Babbo Natale irrompe nella sala uscendo fuori indovinate da dove? Dal caminetto. Bravi, vedo che siete studiati. La cena si trasforma così in una massacro e parte la storia.
Il protagonista di questo film è Nicolas, un ragazzino che vive con il nonno, un ex-militare. Questo simpatico vecchietto, possiede un libro che pare il necronomicon ma invece si chiama “libro delle clausole”, quindi niente “Klaatu verata nikto” mannaggia. Questo libro per bambini, scritto in norreno, una lingua che conosciamo tutti sicuramente, anche perché a me certe volte mi chiama qualche operatrice della Vodafone che parla proprio quella lingua, racconta che l’opera di Dio nei confronti della Vergine Maria ci portò Gesù, ma non tutti sanno che dall’unione di Satana e della Vergine Erica è nato Babbo Natale e che il giorno della sua nascita, accadono sempre morti misteriose tanto che viene chiamato “Giorno della carneficina.” Ma chi cazzo è la Vergine Erica?
Un angelo mandato da Dio sotto forma di vecchio (chi sarà mai questo vecchio?), sfida così il figlio di Satana a spingere una pietra su un lago ghiacciato per vedere chi si avvicina di più ad un buco senza farla cadere dentro. Se queste fossero state sul serio le origini del curling, giuro che avrei cominciato a giocarlo pure io. In caso di sconfitta, il vecchio si sarebbe consegnato a Satana, mentre in caso di vittoria, il giorno della carneficina si sarebbe trasformato nel giorno della gioia per mille anni. E indovinate in che anno è ambientato il film? Esatto… proprio dopo la scadenza. Siete studiatissimi proprio. E così Nicolas e la sua amica Mary, si ritrovano a scappare da Babbo Natale e a cercare un modo per fermare la sua ira.
Questo film resta a mio avviso un prodotto riuscito in parte. E’ presente una buona dose di splatter, tipo un uomo infilzato da un cosciotto di tacchino, la stessa fine che ho rischiato di fare io quando una volta mi trovai in difficoltà tirando troppo forte un pezzo di porcetto. Sicuramente non siamo davanti ad un capolavoro, ma per farsi quattro risate mangiando noccioline e panettone con i parenti, mi sento di consigliarlo.
UN NATALE ROSSO SANGUE (2006)
Ho scelto di parlarvi del remake diretto da Glem Morgan dell’omonimo film del 1974 piuttosto che dell’originale, perché in fondo sono un bambino cattivo e per Natale voglio ricevere un sacco di carbone e comprarmi un treno a vapore. E’ stato l’ultimo dei film che ho rivisto e ovviamente mi è andata di merda. Le mie palle di Natale stavano per esplodere… però dai, diciamo che sotto le feste anche questo lavoro ci può scendere tra un dattero e l’altro. La storia segue quella della trama originale anche se il risultato è più o meno lo stesso di quando provai a cucinare le caramelle al mou e ne uscì fuori una roba pronta per il seguito di “Blob- il fluido che uccide”. Uno schifo insomma.
Abbiamo quindi diverse ragazze, tutte gnocche ovviamente, che fanno parte di una associazione studentesca e che si apprestano a trascorrere il Natale insieme in un casa con un oscuro passato. Le nostre eroine, diventano il bersaglio di un killer che prima le terrorizza con telefonate tipo quelle in cui ti propongono un nuovo contratto per la luce, e poi inizia a eliminarle una ad una. Tramite alcuni flashback, scopriamo che l’assassino di turno si chiama Billy Lenz, un individuo tranquillo e socievole nato con occhi e pelle giallastri. Poteva andargli peggio insomma… e infatti la madre oltre ad odiarlo perché rivedeva in lui suo marito, gli racconta che Babbo Natale è stato ucciso dai russi e infine uccide proprio suo marito con Billy spettatore della scena. Io mi domando come si può rimanere traumatizzati per così poco.
Devo dire che la suspance che si respira durante la visione di questo film, è più o meno la stessa in cui quando in casa salta la corrente, bisogna percorrere cinque metri al buio in cerca del contatore. Anche dal punto di vista delle scene cattive ci si diverte poco, l’unico sforzo che hanno fatto in sede di produzione, è stato quello di riunire un discreto gregge di attrici con la “F” maiuscola. Ci stanno Katie Cassidy, Mary Elizabeth Winstead, Michelle Trachtenberg, Lacey Chabert… insomma, la creme de pandor dell’Hollywood che abbaia. Mettetelo in fondo alla lista e tenetelo come ultima risorsa per un Natale di paura. Gli altri.
RARE EXPORTS: A CHRISTMAS TALE (2010)
Il prossimo film che vi propongo, arriva direttamente dalla Finlandia, e quale posto migliore della Lapponia poteva realizzare un film horror con Babbo Natale di mezzo? Qualcuno potrebbe anche rispondere “L’Egitto”, ma non lo so… un Babbo Natale cattivo per le vie del Cairo lo vedo male. Troppo caldo. Questo lavoro è stato diretto da tale Jalamari Helander, e ci tenevo a dirvi che ci sta uno con lo stesso cognome che gioca come difensore del Bologna ma non penso siano parenti.
Dopo questa importante comunicazione, vi dico fin da subito che il nostro buon Jalamari ha pensato più a raccontare una favola dark con giusto qualche spunto horror, piuttosto che un horror vero e proprio. Il risultato è stato centrato abbastanza bene, tanto che questo “Rare Exports”, risulta sicuramente uno dei film che ho apprezzato di più tra quelli che vi propongo. La storia inizia con questo signore ricco che con la scusa di far svolgere alla sua compagnia delle rilevazioni sismiche, in realtà sta cercando di recuperare qualcosa di sepolto e congelato da tanto tempo. E quel qualcosa altro non è che un cornetto algida gigante al cioccolato. No… però sarebbe stato bello. Il vecchio cerca semplicemente Babbo Natale sotto forma di ghiacciolo. E lo trova anche.
Il protagonista di tutta la storia però è un bambino di nome Pietari. Presumo che sia tipo “Pietro” in finlandese, le lingue straniere per me non hanno barriere. Pietari vive con il padre in questo paesello dove lo sport nazionale è andare a caccia di renne e camminare in mutande sulla neve. Perché dovete sapere che in una scena, Pietari esce di casa letteralmente in mutande come se niente fosse, laddove io appena arriva il freddo piuttosto che uscire da sotto le coperte dove con fatica ho creato un microclima tropicale, preferisco pisciarmi addosso. Così aumenta pure il calduccio. Quando il padre di Pietari ed alcuni amici ritrovano un vecchio rincoglionito che pare essere proprio Babbo Natale, inizia l’avventura del nostro piccolo eroe che si ritroverà a fronteggiare un esercito di non vi dico cosa, grazie alla sua esperienza da consumatore di bastoncini Findus. Anche perché un bambino che vive da quelle parti, non credo possa avere chissà quale preparazione.
Se siete alla ricerca di una favola dark carina di stampo natalizio, questo è il film che fa per voi. Girato con lo stesso budget con cui hanno pagato il parrucchiere di Orlando Bloom durante “Il Signore degli Anelli”, rimane un lavoro onesto e sicuramente apprezzabile.
SILENT NIGHT (2012)
Parliamo un pochino, o come direbbero in Cina, un pechino, di questo “Silent Night”, un titolo poco adatto a chi la notte è solito camminare al buio e tirarsi il mignolo del piede da qualche parte. Eccomi qua. Trattasi tra l’altro del remake di “Natale di Sangue”, un film del 1984 a cui più che altro s’ispira, essendo i due lavori abbastanza differenti.
In questo film diretto da Steven C. Miller, ci troviamo davanti ad un vero e proprio slasher, dove un killer vestito da Babbo Natale con indosso una maschera che ne cela il volto, se ne va in giro a massacrare la gente oh oh oh. Nel mentre facciamo la conoscenza di Aubrey, una giovane poliziotta che indaga sugli omicidi per scoprire il colpevole e poter fermare il massacro prima delle lenticchie di capodanno. Nella parte di quest’ultima la brava Jamie King, già vista in “Mother’s Day” e “San Valentino di sangue 3D”, mentre ad interpretare il suo capo, quella vecchia faccia da schiaffi di Malcolm McDowell.
In questo film non c’è spazio per il tacchino di Natale, il tutto procede con un buon ritmo e diverse scene truculente, tipo quella in cui una ragazza in fuga dall’assassino, finisce nei pressi di un trita legno meccanico. E dopo si mettono a fare i canti di Natale vicino a quest’ultimo, cosa stavate pensando? Durante il procedere della storia, il regista cerca di approfondire il personaggio di Aubrey nel tentativo di dare un po di spessore da thriller al racconto; un pochino ci riesce, o come direbbero in Cin… ok la smetto, ma in generale si passa da un omicidio splatteroso all’altro e questo resta il motore principale del film. L’ideale insomma per chi ama spegnere il cervello e lasciarsi trasportare da una slitta volante in alto nel cielo.
Se avete voglia di un film cattivo per festeggiare il Natale, tra lanciafiamme, accette e sangue, questo Silent Night fa sicuramente per voi.
BETTER WATCH OUT (2016)
Eccomi qui a trattare un film originale Netflix, patria di film horror dalla tipica consistenza di cui sono fatti gli escrementi. Ma non è questo il giorno cari miei. Devo dire infatti che questo film diretto da Chris Peckover, si è rivelato una piacevole sorpresa, tanto che ad oggi resta uno dei pochi che salvo dal catalogo. Netflix assomiglia in un certo senso al vecchio “Postalmarket”. Ve lo ricordate? Per chi non lo sapesse, era un catalogo appunto dove c’erano tantissime categorie di prodotti che si potevano acquistare, ma era pieno di roba inutile. Le uniche pagine che si salvavano, erano quelle della biancheria intima femminile. Inutile spiegare il motivo… non ce la faccio, troppi ricordi. Ecco, questo “Better Watch Out” si trova esattamente tra un paio di mutande di pizzo e un babydoll, mentre i film indonesiani che ti gonfiano le palle per due ore di cui Netflix abbonda, stanno tra i passa pomodori e i pela patate che in realtà non pelano niente. La trama è abbastanza semplice: I coniugi Robert decidono di trascorrere una serata romantica sotto le feste e così affidano loro figlio Luke alla babysitter Ashley.
Quella sera, il giovane confida ad un suo amico di essere innamorato di Ashley e che, nonstante la differenza di età, si sarebbe dichiarato. Chi di noi non si è mai innamorato della propria babysitter? Sandra, se mi stai leggendo resterai sempre nel mio cuore. Purtroppo per Luke, non tutti i pandori escono con lo zucchero filato, e il suo piano viene mandato in frantumi a causa di un estraneo che cerca di irrompere in casa. A quel punto, la missione di Luka diventa quella di tirare fuori le palle di natale e dimostrare ad Ashley tutto il suo coraggio, nella speranza di farla innamorare di lui.
La storia assume i caratteri del classico home invasion, ma è capace di stupire lo spettatore con uno splendido plot twist, il tutto passando anche per il genere slasher. Non mancano ironia, violenza e trovate geniali, tanto che in giro è stato paragonato anche a “Mamma, ho perso l’aereo”, con le dovute differenze. In conclusione, ci troviamo davanti ad una pellicola per nulla prevedibile e che mi sento di consigliare tutti.
Buon Natale a tutti!