L’impennata della popolarità dei film tratti da storie vere nell’ultimo ventennio è particolarmente sbalorditiva. Consideriamo che il primo lungometraggio basato su una storia vera è stato The Kelly Gang, basato sulla figura di Ned Kelly, andato in onda nel lontano 1900. Quindi, nel secolo precedente, tra il 1900 e il 2000, ci sono stati un totale di circa 211 film effettivamente basati su storie realmente accadute. Invece, dagli anni 2000 ad oggi, in quasi 20 anni ne sono stati prodotti più di 250. Questo vuol dire che in tutto il mondo sono stati prodotti in 20 anni molti più film basati su storie vere che nell’arco di cento anni. E vista la loro crescente popolarità questo numero continuerà a crescere in maniera esponenziale. Ed essendo il numero di questo tipo di film fin troppo grande, in questo articolo troverete solo alcuni tra i film basati su storie vere più belli ed emozionanti di sempre.
12 anni schiavo
Iniziamo con un film che forse molti appassionati del genere già conoscono. Questo film biografico documenta la vita di Solomon Northup, un uomo di colore libero proveniente dalla parte settentrionale dello stato di New York, che viene rapito e venduto in schiavitù nel 1841. Una storia di malvagità storica ed eroica sopravvivenza, il film ritrae la crudeltà della schiavitù nel Sud negli anni precedenti alla Guerra Civile, con i fatti raccontati proprio attraverso gli occhi del protagonista. 12 anni schiavo ha vinto l’Oscar come miglior film ed è stato venerato da pubblico e critica. Non solo è stato brillantemente diretto da Steve McQueen, ma il film è stato particolarmente commovente e soprattutto realistico. Per rappresentare in modo accurato il periodo storico del film, i registi hanno condotto un’ampia ricerca che includeva lo studio di opere d’arte dell’epoca É un film del 2013 tratto dall’omonima autobiografia di Solomon Northup edita nel 1853.
The imitation game
Questo avvincente film, interpretato dal brillante Benedict Cumberbatch (alias Sherlock o Doctor Strange) nel ruolo principale, racconta la storia vera dello scienziato informatico Alan Turing, che cerca di decifrare il codice enigma che i nazisti usavano per fornire sicurezza per i loro messaggi radio durante la seconda guerra mondiale. Turing era un genio ma era anche una persona molto difficile con cui lavorare, poiché considerava i suoi colleghi inferiori a lui. Tuttavia, nel film, dovrà superare sia le difficoltà matematiche che quelle sociali per poter avere successo. É un film del 2014 diretto da Morten Tyldum, candidato a otto premi Oscar, si aggiudica quello per la miglior sceneggiatura non originale. Il film prende il nome dal test di Turing, cioè un criterio per determinare se una macchina sia in grado di pensare, che fu pubblicato da Turing nell’articolo Computing machinery and intelligence, apparso nel 1950 sulla rivista Mind. Nell’articolo Turing prende spunto da un gioco, chiamato “gioco dell’imitazione”. Nel film Alan parla di questo gioco al poliziotto che, in commissariato, lo sta interrogando in quanto accusato di omosessualità.
Schindler’s list – La lista di Schindler
Dal genio di Steven Spielberg, chiamare Schindler’s List “un film” sembra quasi un eufemismo, considerato come pochi film siano stati in grado di rappresentare in modo così efficace – o straziante – la storia dell’Olocausto. Spielberg rende quindi omaggio a Oskar Schindler, un imprenditore e uomo d’affari nazista che salvò la vita di migliaia di persone relegate ai campi di concentramento offrendo loro impiego nelle sue fabbriche, dopo un cambiamento di cuore. Mentre molti considerano Schindler’s List il film che Spielberg è nato per fare, il regista stesso ai tempi si preoccupò di non avere la maturità necessaria per intraprendere un’impresa così imponente. Preso coraggio, il regista decise di dare giustizia a questa storia chiarendo fin da subito che il film sarebbe stato girato come un documentario, in bianco e nero, e che le scene sarebbero state girate nel maggior numero di luoghi reali (ad eccezione di Auschwitz, a cui era proibito accedere).
Il pianista
Quasi un decennio dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List, il regista Roman Polanski ha pubblicato la sua storia sull’Olocausto. Un adattamento dell’autobiografia di Wladyslaw Szpilman, Il pianista segue un affascinante musicista polacco-ebreo che è costretto a entrare nel ghetto di Varsavia, separato dalla sua famiglia, e costretto a nascondersi in vari luoghi nelle rovine della città durante l’occupazione tedesca della Polonia durante la seconda guerra mondiale. Mantenendo la sua reputazione di regista che non si sottrae alla verità, a prescindere da quanto possa essere cruenta, Il pianista non si fa problemi nel rappresentare le atrocità estreme dell’Olocausto. La camera non sussulta quando i bambini vengono picchiati a morte, uomini e donne innocenti vengono uccisi e giustiziati per le strade, mucchi di cadaveri vengono incendiati e un uomo su una sedia a rotelle viene scagliato da un balcone, precipitando mortalmente nel terreno sottostante. É una visione cruda, ma potente. Questo film acclamato dalla critica ha vinto tre Oscar, una Palma d’Oro e molti altri premi significativi.
Erin Brockovich – Forte come la verità
Questo film, che ha fatto vincere l’Oscar a Julia Roberts per il suo ruolo di protagonista, rappresenta la vita dell’avvocato di una piccola città e mamma di tre figli, Erin Brockovich. Brockovich, senza un adeguato background educativo, viene assunta come avvocato e casualmente si imbatte in un caso grave di avvelenamento da acqua che ha portato a molte malattie cancerose nella sua città, e prende in mano la situazione decidendo di lottare contro i più grossi del mercato, facendo causa a Pacific Gas e alla compagnia elettrica della California nel 1993. È una storia davvero avvincente e interessante. Diretto da Steven Soderbergh, è un film del 2000 che racconta la storia vera dell’attivista Erin. Vi è anche un cameo della stessa Brockovich, che appare nei panni di una cameriera di fast food: la spilla che indossa sulla divisa riporta il nome Julia. Le due donne quindi in questa scena si invertirono ironicamente i nomi.
Into the wild
Questo film del 2007 e basato su una storia vera, racconta del viaggio spirituale di un uomo attraverso il mondo naturale, riflettendo i molti conflitti e problemi che turbano coloro che sono a disagio con una vita troppo materialista. È un film che si basa sul desiderio di essere liberi e indipendenti, di sfuggire alle norme della società e di scoprire la trascendenza nella natura. Racconta le vicende dello studente e atleta Christopher McCandless che, dopo essersi laureato alla Emory University, abbandona i suoi possedimenti, consegna il suo intero conto di $24.000 in beneficenza e alla fine viaggia fino in Alaska per vivere il suo sogno senza nulla se non il desiderio di viversi la natura. Diretto da Sean Penn, il regista non ha potuto seguire fedelmente il finale di questo film, in quanto il protagonista che si è lasciato tutto alle spalle ed ha vissuto 100 e più giorni nella natura dell’Alaska è morto prima di poter raccontare il suo viaggio. Ciò che Penn ha avuto sono stati la ricerca e gli scritti di Jon Krakauer, che ha scritto molto sulla storia, prima come articolo per la rivista Outside e poi come romanzo. I lunghi silenzi del film (Penn e il suo equipaggio si sono recati in Alaska in quattro diverse occasioni per poter girare in ogni stagione) sono intervallati dalle interazioni di McCandless con coloro che incontra per strada, tra cui il pensionato Ron Franz (interpretato dal venerabile Hal Holbrook, che ha ottenuto una nomination all’Oscar per il ruolo) che finisce per essere una delle ragioni per tornare a casa di McCandless. Sfortunatamente, non ne ebbe mai la possibilità.
Prova a prendermi
Leonardo DiCaprio e Tom Hanks interpretano i ruoli principali in questo film, tratto dalla vita del 17enne Frank Abagnale Jr. Il giovane Abagnale è diventato un esperto di falsi e travestimenti ed è riuscito a incassare assegni per milioni di dollari, fungendo da pilota Pan Am, medico e anche procuratore legale tra gli altri. Ciò che è più impressionante, è che Frank ha fatto tutto prima del suo 19esimo compleanno e l’unica ragione per cui lo ha fatto è stato per portare i suoi genitori, che si sono trovati in circostanze finanziarie difficili e di conseguenza si sono separati, di nuovo insieme. Diventato un esperto falsario, verrà infine ingaggiato dall’FBI per lavorare con loro diventando il loro consulente finanziario. Il film combina scene comiche con azione forte e recitazione eccellente. É diretto da Steven Spielberg ed è uscito in Italia nel 2003.
Insider – Dietro la verità
Alcuni film basati su eventi di vita reale richiedono un’indagine su vasta scala in modo che il regista dedicato possa separare i fatti dalla finzione. Questo film è uno di questi casi. Diretto da Michael Mann, ed uscito nel 2000 in Italia, da un articolo su Vanity Fair, il film racconta la storia del grande colpo dell’industria del tabacco provocato da Jeffrey Wigand (interpretato da Russell Crowe) che ha deciso di fare una soffiata sulla propria compagnia di tabacco, quando si è reso conto che stavano aumentando la quantità di nicotina in ogni sigaretta. Quello che sembra essere un racconto di predica sui pericoli del fumo è invece tutt’altro nelle mani di Mann; il film, infatti, è una dichiarazione dei poteri di vasta portata delle imprese americane e il rapporto un po’ morboso tra i malvagi delle corporazioni ed i media. Nel caso di Wigand, il protagonista, un atto di coraggio si trasformò in un incubo, quello in cui la sua famiglia fu vittima di bullismo e minacce, dove infine persero tutto ciò che avevano.
Hotel Rwanda
“Eroe” non è un titolo che Paul Rusesabagina (interpretato da Don Cheadle), il direttore generale dell’Hôtel des Mille Collines a Kigali, in Ruanda, si sente di assegnarsi tanto facilmente. Ma quando i suoi concittadini vengono attaccati nel mezzo del genocidio ruandese del 1994, si fa coraggio e riesce a compiere l’unica azione che gli viene naturalmente, e senza pensarci due volte: decide di aiutare. Per quattro mesi, mentre oltre 800.000 persone sono state uccise fuori dalle sue porte, Rusesabagina ha salvato la vita a più di 1.200 rifugiati, che ha rifornito con cibo e riparo. Nell’interessante versione cinematografica dell’evento di Terry George, direttore e regista, del 2004, egli decide di mantenere la posizione di Rusesabagina non tanto come un eroe, ma come un uomo che si trova davanti ad un bivio: un uomo che ha l’opportunità di salvare gli altri e coglie questa occasione senza pensarci due volte, nonostante l’opposizione e il pericolo che lo circonda. Lo stesso Rusesabagina ammette che tutto ciò che viene mostrato è vero. “Quel film è in realtà più o meno come un documentario, che è stato interpretato da professionisti”, riferì ad una rivista, aggiungendo poi che “alcune scene erano molto più violente rispetto a quello che la gente vede sullo schermo”.