La promozione de Lo spietato non poteva di certo farlo passare inosservato. Post sponsorizzati su Facebook, primo piano su Netflix, persino cartelloni pubblicitari decisamente enormi nella capitale meneghina (altrove non so, ma qui sicuramente volevano puntare sul fatto di giocare in casa con un film che si svolge tutto tra Buccinasco e l’ombra della Madonnina). E così lo abbiamo guardato, ahimè!
Gli anni passano ma Scamarcio non cambia mai
Sto parlando del personaggio nel film, non dell’attore (che giustamente invecchia come tutti i comuni umani non vampirizzati). Com’è possibile che un Santo Russo ventenne ai primi crimini e fresco di matrimonio sia uguale al Santo Russo degli anni ’90 quasi quarantenne e ormai criminale affermato? Ok che non siamo a Hollywood, ma i truccatori non si sono sforzati nemmeno un minimo per provare a ringiovanirlo.
Le spietato non spietato
Dal titolo del film verrebbe da pensare che il protagonista compirà chissà quali efferatezze. Eppure non vediamo niente di che! Sarà che dopo decenni di film e serie crime, horror e splatter propinateci ovunque – per non parlare della cronaca nera reale che purtroppo supera spesso la più sfrenata fantasia – siamo abituati alle peggio cose, e di contro Santo Russo non fa nulla di così raccapricciante. Anzi, le sue sembrano più marachelle che crimini da boss della ‘ndrangheta.
Se poi siete fan di Gomorra e Suburra lasciate perdere, qui siamo proprio su un altro livello (molto più basso).
L’ambientazione si salva
Se c’è una cosa carina in questo film, è l’ambientazione in una Milano vintage. I vari decenni in cui si svolge la vicenda (anni ’70, ’80 e ’90) sono stati ricreati in modo convincente. Colonna sonora davvero bella! Adorabili gli outfit sgargianti e le macchine d’epoca – anche se la metropoli appare sempre irrealisticamente senza traffico vista la probabile difficoltà della produzione di reperire qualche auto in più a tema.
E molto credibili anche i bar e gli appartamenti old fashioned – questi ultimi probabilmente ancora tali e quali dagli anni ’70 e affittati a qualche studente fuori sede squattrinato (parlo per esperienza personale!).
I commenti memorabili
Quando una cosa riesce male, c’è sempre chi ha il potere di renderla spassosa. Tipo chi ha scritto questi commenti sotto ai vari post di Netflix che sponsorizzavano il film:
Netflix risponde
Ma Netflix non si fa di certo cogliere impreparato, e con ottima autoironia si cosparge il capo di cenere e sottopone Scamarcio a una lezione di milanese impartita da un meneghino doc come Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo).
https://www.facebook.com/netflixitalia/videos/314810279197774/?v=314810279197774