Il libro della giungla, insieme di racconti dello scrittore e premio nobel Rudyard Kipling a cui si ispira la produzione Netflix diretta da Andy Serkis, è la storia di un cucciolo di uomo adottato dal popolo dei lupi. Questo popolo libero è guidato da Akela, rappresentante della legge della giungla (non solo tra i lupi). E fin qui, il film rende giustizia alla favola. Peccato però che questa rivisitazione firmata Netflix si è discostata abbastanza da ciò che rendeva questo racconto universale e atemporale.
Mowgli, il bullismo e l’essere diversi
Un cucciolo di uomo che non è uomo né lupo, né la somma dei due. Mowgli cresce come un lupo ma sa di essere diverso. Il branco ha deciso di accettarlo a condizione che si dimostri uno di loro, un vero cacciatore. Ed è qui che la diversità viene subito presentata come una debolezza che porta ad un abbandono sociale. Per sottolineare questo abbandono, entrerà in scena un personaggio la cui unica missione sarà quella di scatenare la vendetta finale. Mowgli non è l’unico ad essere umiliato dai normali lupi del branco, c’è anche Bhoot. Il piccolo cucciolo albino fedele compagno e fratello di Mowgli.
Il messaggio poteva essere molto positivo, ma l’eccessiva umanizzazione degli animali riduce a un fattore estetico il rifiuto del branco. Bhoot, infatti, è allontanato dagli altri per una questione di estetica, il suo colore. Questa parte del film sembrerebbe pensata al solo scopo di insinuare un desiderio di vendetta. Di fatti, troverete nel film una scena -che non descriverò per non rovinarvi il finale- che parla da sola. Mowgli viene così trasportato da vittima a carnefice. La non accettazione sofferta, l’umiliazione di essere stato rifiutato dal branco, diventa reazione. Mowgli diventa un bullo.
Shere Khan e la possibilità di antagonismo
Un nemico che cerca lo squilibrio all’interno del popolo libero. Il forte che non ha potere e cerca la mano distruttiva dell’uomo per vincere. Lo sconfitto già in partenza. Un personaggio che viene completato dalla figura del cacciatore-umano. Uomo e bestia alla ricerca del potere. Poco spazio viene lasciato alla definizione di questo antagonista.
Kaa, il pitone
Unico punto positivo, a mio avviso. Lo spirito della giungla rappresentato da un’essere eterno e circolare nei movimenti. Il serpente in grado di vedere il passato e il futuro che aiuterà Mowgli ad andare in contro al suo destino.
La morte della tigre
Anche qui si aggiunge l’elemento vendicativo. Mowgli dona in sacrifico al elefante l’uomo che tempo fa gli aveva rubato una zanna, altra vendetta. In cambio, Mowgli riceverà il suo aiuto nella lotta contro Shere Khan. Una morte tutta meritata, potrebbe dirsi.