A pochi giorni dall’uscita della quinta stagione di Bojack Horseman, dopo averla divorata nel giro di due serate come al solito, sono sempre più convinta che noi tutti, chi più chi meno, ci sentiamo un po’ Bojack, o comunque ci identifichiamo con questo bizzarro personaggio dalle mille sfaccettature che fa da protagonista a questo gioiellino di serie tv.
Senza il minimo pudore, senza vergogna e senza rispetto per le convenzioni sociali e per le regole, Bojack Horseman ci intrattiene da ben 5 anni. E tutto questo lo dobbiamo proprio a Raphael Bob-Waksberg, il creatore di questa serie televisiva statunitense che possiamo guardare quando vogliamo su Netflix. La serie è disegnata dalla fumettista Lisa Hanawalt ed è caratterizzata dalla convivenza nel mondo di personaggi umani con animali antropomorfi. Ed è proprio questa una delle tante caratteristiche e particolarità che rende Bojack Horseman una serie tanto unica nel suo genere quanto complessa ed introspettiva. Ma il pregio di questa serie è anche il fatto di rendere i suoi personaggi un mix completo di profondità e complessità. Ogni protagonista ha i suoi problemi da affrontare, ma allo stesso tempo hanno anche tutti una vena comica e divertente, oltre che irriverente.
Per chi non lo sapesse e non conoscesse ancora questa serie (eresia, filate subito a vederla), BoJack Horseman è cavallo antropomorfo, una star degli anni ’90 protagonista di una serie tv intitolata Horsin’ Around che ora, raggiunti i 50 anni, si capacita di tutto ciò che è – e non è – e di come la sua vita, praticamente, faccia schifo. Il personaggio di Bojack è stato creato ed esiste soprattutto per esporre la cultura delle celebrità come la facciata finta che in realtà è, ed è un vero e proprio viaggio ed una riflessione sulla depressione, sulle dipendenze e su tante altre malattie mentali che nella società di oggi sono sempre più diffuse.
Vite da copertina, grandi case di lusso, soldi che appaiono interminabili e che ci fanno sempre un po’ pensare che, forse, la felicità sia data proprio dal denaro che ognuno di noi riesce a guadagnare. Ma è realmente così? Le vite all’apparenza perfette e piene di soldi delle celebrità sono davvero così… perfette? É proprio questo, assieme a molto altro, che si scopre guardando questa serie tv. E, con la scusa dell’antropomorfismo di BoJack, gli autori dello show sono in grado di scavare più a fondo nella psiche umana e riescono a creare uno studio penetrante della condizione collettiva in cui tutti ci troviamo.
Cosa facciamo quando non siamo abbastanza? Come reagiamo quando ci rendiamo conto che ciò che siamo non è ciò che dovremmo essere, potremmo essere o vorremmo essere? Cosa facciamo quando non ci piacciono? Siamo davvero capaci di cambiare e migliorare? Bojack Horseman è davvero una cattiva persona o è solamente una persona che ha fatto qualcosa di cattivo?
Il cinismo, l’apatia, la stronzaggine, la volgarità e il menefreghismo di questo personaggio sono alla base di questo show televisivo. Senza le sue battute fuori dagli schemi, la sua brutale onestà e il suo essere così reale pur essendo solo un personaggio di finzione, Bojack Horseman non avrebbe riscosso tutto il successo che continua ad avere. Perché è proprio questo che ci spinge a divorare questa opera cinematografica.
Il fatto che riesca ad intrattenerci e ci faccia sentire vicino ai protagonisti, non perché personaggi buoni e perfetti, ma proprio perché personaggi veri ed umani, che rappresentano alla perfezione la complessità della mente umana e tutti i problemi che ogni giorno ognuno di noi deve affrontare. Perché in fondo anche noi abbiamo qualcosa che ci manca, una sensazione costante di insoddisfazione che non riusciamo a sanare e non sappiamo come fare per stare meglio.
In una società sempre più stressante, pressante, problematica e cinica come quella in cui ci troviamo, è inevitabile che la maggior parte di noi si senta un po’ Bojack Horseman, per quanto magari in realtà non vorremmo sentirci così vicino ad un personaggio tanto stronzo. Perché diciamocelo, Bojack non è un uomo perfetto al quale qualcuno potrebbe davvero aspirare, è uno stronzo da cima a fondo. Ed è proprio questo il fascino di questo personaggio.
Tu non vuoi essere Bojack, o almeno, non vorresti essere come lui, ma gli scrittori e gli sceneggiatori ti metteranno nella posizione di sentirti vicino a lui, ai suoi pensieri e alla sua storia, ti faranno sentire a disagio man mano che la serie andrà avanti perché realizzerai sempre di più che, in fondo, quel personaggio così stronzo, insoddisfatto ed insensibile in realtà per certi versi ti somiglia.
C’è qualcosa in BoJack Horseman che ti entra sottopelle e che rimane con te. Forse la brutale verità che questo show rappresenta, mascherata con battute volgari e provocatorie. Ti fa ridere, ti fa incazzare e ti rende triste; è uno show completo che ti fa provare tutte le emozioni possibili. E, nei tentativi di BoJack di fare di meglio e provare ad essere una persona migliore, ci sono echi di verità che risuonano profondamente in ognuno di noi.
Noi vogliamo vedere i personaggi di questa serie tv avere successo ed essere sereni, trovare la pace. Vogliamo credere che possano essere felici e stare bene con sé stessi, perché ci rivediamo in loro; vogliamo credere che anche noi possiamo essere felici e stare bene con noi stessi prima o poi. Vogliamo tutti sapere se “è troppo tardi” per noi, o se le cose andranno bene e miglioreranno. Proprio come BoJack, vogliamo sapere una cosa: siamo brave persone?
Lo show non ha paura di farti sentire depresso ed angosciato. Non ha paura di farti immedesimare nei protagonisti e non ha paura di trasportarti nei loro problemi e nelle loro tristezze. Riesce proprio a farti sentire accanto ad ogni singolo personaggio. Ed è forse questo il messaggio principale che questa serie vuole trasmettere: non lasciare che la tua depressione o i tuoi problemi ti consumino, ma non avere nemmeno paura di provare sentimenti contrastanti e di portarti dietro i tuoi demoni, perché nessuno è perfetto. Perché è importante ridere, ma è anche importare sentire e provare emozioni, positive o negative che esse siano.