Se state leggendo questo articolo lo sapete benissimo che Ragnar è il protagonista della serie Vikings, quindi che ve lo dico a fa’? Ma quanto di quello che si vede nella produzione tv canadese è fedele alla vera storia del re vichingo che invase l’Europa? Scopriamo la vera storia di Ragnar Lothbrok (Ragnarr Loðbrók), personaggio tra realtà e leggenda, e degli altri protagonisti della serie a lui collegati.
Le origini
Secondo alcune fonti, il padre di Ragnar era un nobile svedese che aveva fatto molte conquiste, riuscendo a diventare re di Danimarca e Svezia. Temendo gli attacchi dei nemici ai suoi possedimenti, aveva lasciato il governo interno al figlio, di soli 15 anni, che si è dimostrato da subito deciso e valoroso nonostante la giovane età. Quindi la storia della serie secondo cui Ragnar avrebbe origini contadine possiamo tranquillamente cestinarla come falsa.
L’attacco al monastero di Lindisfarne
Nella serie questa conquista è il primo grande successo di Ragnar. Ma nonostante l’attacco al monastero di Lindisfarne sia effettivamente il primo attacco vichingo perpetrato ai danni degli inglesi, è altamente improbabile che sia stato opera del conquistatore protagonista di Vikings, in quanto all’epoca era troppo giovane: il saccheggio risale infatti al 793 d.C., mentre Ragnar era nel pieno delle sue attività verso l’840.
Lagertha, la prima moglie
Durante una delle tante razzie a danno delle popolazioni costiere, Ragnar incontra la guerriera Lagertha, e ne resta immediatamente affascinato. Qui la storia assume i contorni della leggenda: sembra infatti che tramite i suoi uomini, il re danese avesse chiesto un incontro notturno con la giovane. Ma questa, per preservare la verginità, decide di mettere un orso e un cane a guardia della sua stanza. Ma gli animali non riescono a fermare il suo pretendente, che li sconfigge e si conquista così in moglie la ragazza guerriera.
Lothbrok, i “pantaloni pelosi”
Da vero uomo del Nord, Ragnar abbandona presto la moglie Lagertha per riprendere con i saccheggi (che simpaticone!). Qui la storia vera si perde, ma prosegue la leggenda. Un re scandinavo aveva offerto la bellissima figlia in sposa, insieme a una grande quantità di oro, a chi fosse riuscito a sconfiggere un serpente lungo diversi metri che terrorizzava il suo regno. Ragnar decide quindi di accettare la sfida, ma per poter sconfiggere l’animale indossa abiti ispidi passati nella pece, nelle foglie di faggio e nella sabbia, per poi immergersi nell’acqua gelida e attendere che si formasse una corazza di ghiaccio. L’apetto di Ragnar è buffo, ma i suoi “pantaloni pelosi” (lothbrók) gli permettono di conquistare la vittoria e la mano della bella Thóra. Con lei Ragnar concepisce due figli, ma la donna muore poi per un’infezione.
Áslaug: “Né nuda, né vestita”
Ragnar prosegue le sue avventure in Norvegia, e i suoi uomini incappano per caso in una ragazza bellissima. Ne parlano al loro signore, che per verificare l’intelligenza della donna decide di incontrarla, ma alla condizione che si presenti “né nuda né vestita, né sazia né affamata, e che non venga sola, ma non la debba accompagnare nessuno”. Come si vede anche in Vikings, la ragazza si presenta coperta da una rete da pesca, dopo aver mangiato solo una cipolla e in compagnia di un cane. Il conquistatore vichingo la prende in sposa, e scopre poi che si tratta della nobile Áslaug. Con la terza moglie Ragnar concepisce molti figli: Ivar, Björn, Hvítserk e Rögnvald.
Ivar Senz’ossa
Il primogenito, a differenza di quanto si vede nella serie, è Ivar. Il soprannome Senz’ossa deriva probabilmente da una osteogenesi imperfetta e la leggenda narra, come la serie, che Áslaug avesse intimato a Ragnar di aspettare tre giorni prima di consumare il matrimonio, ma lui non le abbia voluto dare ascolto, e per questo è stato punito dagli dei con un figlio considerato mostruoso. Ivar diventa il più sanguinario, intelligente e spietato dei figli di Ragnar, fino a diventare re di tutti i norreni in Irlanda e Gran Bretagna.
Bjorn Fianco di Ferro
Il secondogenito di Ragnar diventa famoso, come nella serie, per essere stato il primo vichingo a esplorare il Mediterraneo, saccheggiando Gibilterra e altre città iberiche. Giunge anche in Italia a Luna (pensando fosse Roma) e non riuscendo a espugnare le sue alte mura, pare che si sia finto morto per varcare i cancelli all’interno di una bara. Questo escamotage nella serie è riportato come idea di Ragnar per superare le difese di Parigi.
L’attacco a Parigi
Invidioso del successo dei figli, Ragnar riparte con le razzie per dimostrare di essere ancora il più potente fra i vichinghi. E così raggiunge le coste franche, risale la Senna e saccheggia tutti i villaggi e le città che incontra sul suo cammino, compresa Parigi che capitola nell’845. Lo scandinavo la restituisce al legittimo re solo dietro pagamento di un lauto riscatto.
La sconfitta in Northumbria e la morte
L’ultima battaglia di Ragnar si svolge nel tentativo di conquistare la Northumbria, l’ultimo regno sassone a sfuggire al controllo vichingo. L’esercito del re Aelle ha però la meglio sugli invasori, e dopo aver catturato l’eroe scandinavo lo getta in una fossa piena di serpenti. La fine di Ragnar che si vede nella serie è quindi fedele a quella narrata dalla leggenda, compresa l’ultima frase che il vichingo avrebbe pronunciato, riferendosi ai propri figli: “I piccoli cinghiali grugniranno quando sapranno quanto ha sofferto il vecchio cinghiale”.