Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, nei giorni scorsi è apparso come relatore durante una lezione presso la Stanford University, in occasione di un corso chiamato Computer Science 181. In tale occasione, Acton ha parlato riguardo la sua decisione di cedere la propria società a Facebook, consigliando agli studenti presenti di cancellare l’account Facebook.
Stando a quanto riportato da Buzzfeed News, Brian Acton ha partecipato all’incontro con una ex dipendente di Facebook, ovvero Ellora Israni (fondatrice di She ++). La lezione, che in teoria doveva affrontare l’argomento in maniera piuttosto generica, si è dunque concentrata sull’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook. Stando a quanto comunicato dal co-fondatore della piattaforma, la direzione intrapresa da questa privilegiava troppo la monetizzazione rispetto alla tutela della privacy degli utenti.
Oltre a ciò, Acton ha focalizzato l’attenzione su come le multinazionali impegnate nel social media, hanno grosse difficoltà a controllare e moderare i propri contenuti, affermando come “queste aziende non sono attrezzate per prendere queste decisioni. Nonostante ciò diamo loro grande potere […], compriamo i loro prodotti e ci iscriviamo a questi siti web. Cancellatevi da Facebook, ok?“.
Non si tratta della prima critica che il co-fondatore di WhatsApp ha mosso a Facebook da quando ha lasciato la compagnia, nel corso del 2017. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica infatti, lo stesso Acton aveva consigliato senza particolari giri di parole di cancellare i propri account dal noto social network.
Cancellare l’account Facebook? Un trend in crescita
Quello che fino a poco tempo fa era il re incontrastato dei social network, oggi comincia a tremare. Non si tratta solamente della concorrenza di piattaforme in ascesa (Instagram su tutti), ma di un vero e proprio disinnamoramento della community.
I fattori che stanno portando a questo declino sono principalmente imputabili agli scandali riguardanti la privacy (vedi il già citato Cambridge Analytica). Non mancano però altri fattori come fake news e un sistema di moderazione/ban che presenta diverse falle piuttosto consistenti.
Fonte: TheVerge.com