Negli ultimi dieci anni sono 109 le donne che si sono sottoposte all’operazione di ricostruzione della verginità, anche se il numero è sicuramente più alto: questo perchè ci sono alcune strutture NHS che credono nella libertà delle informazioni e ritengono opportuno non registrare e tutelare le pazienti che si sottopongono a tali operazioni.
Gli esperti evidenziano che la maggior parte delle donne si sentano in colpa a seguito della loro prima volta, tanto da voler ritornare indietro ed attendere l’uomo giusto con la quale avere l’esperienza. Per molte donne, infatti, non è tanto l’atto in se ma proprio essere andate contro una sacralità in base alla propria religione.
Poter rivivere quel momento come se fosse la prima volta è un volere di moltissime persone – uomini compresi – così da ricorrere a questa operazione, che lavora come una macchina del tempo e fa ritornare pura ogni vagina e ogni spirito.
Durante l’operazione chirurgica l’imene può essere ricucito oppure ricostruito, così che la prossima prima volta questo potrà essere nuovamente lacerato producendo la giusta dose di sangue.

(Foto: Google)
Parlando di percentuali si evidenzia che l’80% – delle donne che ricorrono a questa operazione – sono single e solo il 15% lo fa per un motivo religioso. Inoltre, secondo le regole di sicurezza per la salute questa tipologia di ricostruzione è indicata per preservare la psiche della donna e mantenerla intatta.
I costi sono variabili a seconda delle strutture e in quelle private si può arrivare sino a 4.000 sterline circa. Naturalmente – come ogni tipo di operazione – non è una cosa che deve essere presa alla leggera ed è necessario un incontro con lo psicologo prima di procedere.
Anche se siamo nel 2018 sembra proprio che l’evoluzione umana non sia ancora, per nulla, completa. E voi donne, fareste questa operazione?