Uno dei quesiti che affligge una grossa fetta della popolazione maschile, di ogni età, è sicuramente: “ma come faccio ad approcciare una donna?“. Una domanda non di facile risposta, perché si sa, ogni persona è a sé e quando si generalizza su un gruppo, si esclude automaticamente qualcuno. Ma oggi proviamo a rispondere.
Le donne, come vogliono essere approcciate?
Molti vi direbbero che siccome veniamo da due pianeti diversi è impossibile capirsi, non c’è comunicazione, siete complicate, ecc ecc. Tutte cose trite e ritrite dette da chi non si vuole impegnare neanche un pò per ciò che vuole ottenere. Perché si, conquistare una persona è impegnativo e ci vuole molta energia fisica, ma soprattutto mentale.
Per rispondere a questa domanda ho voluto chiederlo alle dirette interessate, le donne! Interessante come la maggior parte di loro (con cui non posso che ritrovarmici d’accordo), al primo posto come miglior approccio mette la gentilezza; comportamento sconosciuto a molti ormai.
Per chi non lo sapesse: è quell’atteggiamento che denota cortesia, eleganza nei modi, sensibilità d’animo e, lasciatemelo dire, anche una spiccata intelligenza emotiva.
Non è raro infatti che l’atteggiamento spavaldo e arrogante di qualcuno sia un ottimo deterrente per la maggior parte del gentil sesso. Un atteggiamento del genere ci fa sentire come se fossimo oggetti, ne più ne meno. Perdiamo la nostra personalità, il nostro carattere, la nostra intelligenza. Siamo solo l’involucro esterno, guardate con occhi che lasciano poco all’immaginazione. Nel migliore dei casi vi beccherete un occhiataccia da lei e le sue amiche; nel peggiore un bel “vaff….lo”.
L’uomo sicuro di sé indubbiamente piace, ma non dispiace anche leggere sul suo volto un pò di imbarazzo da primo approccio. Denota che ha dei sentimenti, che è vulnerabile; ma che nonostante questo, ha affrontato comunque una situazione che gli faceva un pò paura. Meglio di un qualunque principe in calzamaglia e cavallo bianco, dunque.
Non guasta nemmeno della sana e cara vecchia ironia; il detto: per conquistare una donna, falla ridere è vero più che mai. Non serve essere dei comici, né tantomeno dei giullari di corte; ma basterà un pò di sarcasmo, qualche battuta leggera e passerete una bella serata che sicuramente verrà ricordata.
Anche l’occhio vuole la sua parte, si sa, ma questo non vuol dire che se non sei alla pari di un George Clooney non puoi parlare con una ragazza che ti attira. Un minimo di “mantenimento esterno” è sempre apprezzato, ma conta poco se in primis non ci piacciamo così come siamo. Una persona bella dentro è bella anche fuori; ma una persona bella fuori non è detto che sia bella anche dentro.
Sul modo in cui si può iniziare una conversazione non ci sono particolari regole o frasi da dire; l’approccio semplice è sempre il migliore.
Un naturale “ciao come va” o “beviamo qualcosa insieme” è un cliché che non passerà mai di moda. Uno degli approcci che ricordo con più affetto è il numero di telefono scritto su un foglietto di carta e porto dalla stessa persona. Non sono servite parole, solo un semplice gesto elegante e discreto.
Evitate però frasi banali e scontate tipo: “Tuo padre era per caso un ladro? Perché qualcuno ha rubato le stelle dal cielo e le ha messe nei tuoi occhi” o “hai un ragazzo? beh non sono mica geloso” o peggio ancora “Il tuo vestito starebbe benissimo sul pavimento accanto al mio letto” e roba di questo genere.
Un uomo che è consapevole che la donna è sua pari e la tratta come deve, avrà indubbiamente molte più chance di iniziare una conversazione e, se siete fortunati, vi darà il numero di telefono.
Attenzione però, se il focus è “andare a letto”, lecito e non criticabile, il messaggio deve essere chiaro. In questo caso, NO quindi a tentativi di approccio romantico, contornati da un mucchio di baggianate atte ad illudere la fanciulla. Non serve girarci intorno e nemmeno mentire. La chiarezza porta a rapporti più sereni, in tutti i sensi.
Se invece vi interessa conoscerla come persona, ascoltatela e fatevi conoscere, chissà mai cosa può nascere da un semplice “ciao”.