Diverso tempo fa ho visto in lingua originale “Red State” di Kevin Smith, autore conosciuto soprattutto per la divertente saga di “Clerks”. Ho preso da poco il blu ray edito dalla Midnight Factory insieme a tanta di quella roba che la postina ormai mi chiama per nome e un giorno di questi si fermerà pure a pranzo. Così ieri sera mi sono dedicato ad un un piacevole rewatch ed eccomi qui a parlare di questo ottimo film che vede al centro della vicenda una tranquillissima comunità religiosa chiamata “La Chiesa dei cinque punti”, laddove i “cinque punti” io li avrei dati in testa a tutti i suoi membri. E la parola “membro” in questo caso non è frutto del fruttivendolo ma un riferimento voluto atto a richiamare un pene come parte del corpo occupante la posizione in origine prevista per la testa. Stiamo parlando di un gruppo di teste di cazzo insomma.
Questa setta, perché di questo alla fine si tratta, perseguita gli omosessuali e ogni tipo di atteggiamento lussurioso che a loro dire va contro gli insegnamenti del Signore altissimo, tanto che ad un certo punto del film veniamo a sapere come pure un gruppo Neonazista li consideri un tantino deviati come lo scambio dei binari. I pareri simpatici da parte dei colleghi.
Alla guida di questo presepe umano senza speranza troviamo il predicatore Abin Cooper, interpretato da un Michael Parks spettacolare, coadiuvato da alcune famiglie con tanto di fanciulli innocenti nelle mani dei dementi tra cui spicca Melissa Leo nei panni di Sara, una donna devota ma con il cervello nel Dakota.
Tre amici che io chiamerò “Qui, quo e qua” perché così ho deciso, si organizzano per passare una giornata in allegria e dopo aver risposto ad un annuncio online per fare sesso a tre, finiscono in quella roulotte nel bosco dove ad attenderli c’è proprio Sara. La donna accoglie i giovani in tuta e con una pettinatura stile “Monciccì”… non so chi si ricorda questi bambolotti infernali inviati sulla terra da Satana, ma nonostante il suo sex appeal da scatoletta di carne simmenthal, uno di loro… credo fosse Quo, la guarda e le dice “sei carina”. Ci sono rimasto male perché proprio no! E non me ne voglia la Melissa che è pure brava, ma se volevano scegliere una non proprio giovanissima capace di convincermi sotto il profilo patatecnico, potevano pescare una Kate Beckinsale a caso.
Ovviamente le cose per Qui, Quo e Qua andranno malissimo e dopo un paio di birre allungate con un qualche tipo di droga dell’amicizia, si risvegliano legati, ingabbiati, fregati e pronti per tornare a catechismo. Il predicatore Abbin si dimostra un abile oratore, uno di quelli che potrebbero levare il posto a Giorgio Mastrota e vendere una serie da dodici pezzi di materassi anche ai Giapponesi e senza aggiunta di pentole a pressione, e la lunghissima omelia con cui ci viene di fatto presentato il suo personaggio, un uomo talmente fuori come un davanzale che lo avrei chiamato “Predicatore Geranio”, porta fin da subito lo spettatore a domandarsi:”Combattere nel nome della religione? Ma quando mai succederebbe una cosa simile nella vita reale! Meno male è solo un film”. Ma anche no! Tutto quello che vediamo è tremendamente attuale e quello che succede tra le mura della chiesetta delle meraviglie, rappresenta purtroppo quello che è un pensiero radicato in molte teste bacate che ci stanno nel mondo. L’orrore verso chi è considerato “diverso” è quanto mai reale e il film colpisce duro. Quando l’agente Joseph Keenan, interpretato da Fred Flintstones, decide di mettere alle strette Abbin e soci, scoppia la terza guerra mondial casa e la carneficina ci aspetta.
Tra tutti i titoli portati dalla Midnight Factory in questi anni, “Red State” resta a mio avviso uno dei titoli di maggior livello. Non c’è niente fuori posto, tutto è perfetto: ritmo, dialoghi e attori davvero più in forma del pecorino sardo e perfettamente nella parte, rendono questo lavoro di Kevin Smith un prodotto a mio avviso riuscito sotto tutti i punti di vista. Perfino quelli di Giuseppe Marotta.
Tra le altre cose, pure le scene di violenza in questo film non sono mai gratuite e sono gestite alla grande, lasciando spesso lo spettatore senza parole. Come avrete capito, se non lo avete ancora visto vi consiglio assolutamente la visione di questo film. Andate in pace. Amen.