In questi giorni è in programmazione al cinema il film Dumbo, il remake diretto da Tim Burton. Ed è proprio oggi che mi è capitato di leggere su ElPais la storia di Jumbo, l’elefantino che ha ispirato la prima versione prodotta da Disney.
L’odissea di Jumbo inizia nel 1862 in Abissinia (oggi Etiopia) quando viene catturato, sottratto alla mamma che muore nel vano tentativo di proteggerlo.
Dopo la cattura arrivò per miracolo a Parigi, era in condizioni fisiche pessime e ben presto venne scambiato con lo zoo di Londra in cambio di un rinoceronte.
É nello zoo di Londra che Jumbo conosce Matthew Scott, l’allevatore dal quale non riuscirà più a separarsene.
Per mesi Scott si prese cura di Jumbo, curandolo e dormendo spesso nella stessa gabbia. Tra i due si creò un legame così forte che Jumbo snobbava anche Alice, la partner che gli era stata assegnata. Insomma era praticamente innamorato del suo allevatore Scott.
Ben presto diventa la celebrità di Londra, tutti vogliono conoscerlo. Addirittura un giovane Winston Churchill si ritrova al galoppo del giovane elefante.
Ben presto però la situazione precipita. Per circa 15 anni riceve in dono dai suoi fan tantissime torte. Tantissime maledette torte.
Perché oggi sappiamo il pericolo che si corre nel dare da mangiare dolci agli animali.
Ad ogni modo Jumbo si trasformò, di giorno era l’elefante gentile che tutti conoscevano. Di notte, invece impazzisce distruggendo spesso il magazzino in cui viveva.
Per farlo calmare, Scott era solito dargli del whisky. Funzionava, però quello che si legge nell’articolo è un colpo al cuore.
A causa dell’assurdo quantità di dolci mangiati negli anni, i denti si stavano completamente deteriorando provocando un dolore così atroce da farlo impazzire.
Non finisce qui! Il direttore dello zoo lo vende al magnate del circo americano PT Barnum. Il lungo viaggio verso gli Stati Uniti portarono Jumbo a vivere gli ultimi anni della sua vita in compagnia di altri pachidermi.
Ben presto tutti volevano conoscere l’animale più grande del mondo nel circo dei “mostri“ di Barnum.
Nel 1885, quando il circo di Barnum fece tappa a Saint Thomas in Canada, ci fu l’ultimo scherzo del destino. Jumbo venne travolto da una locomotiva, mentre cercava di proteggere un giovane elefantino dall’imminente impatto.
Il gesto eroico raccontato da Barnum e a cui tutti vorremmo credere è stato però smentito da David Attenborough nel suo documentario Attenborough e l’elefante gigante nel 2017 in cui afferma di non credere alla storia bugiarda di Barnum.
Jumbo aveva solo 24 anni e in natura un elefante può raggiungere i 60 o 70 anni. Barnum, determinato a monetizzare fino all’ultimo il suo investimento, per prima cosa mise in vendita il suo scheletro. Quando il corpo fu sezionato ci fu l’ultima sorpresa: nel suo corpo c’erano 300 monete.
La vita di Jumbo, tuttavia, era molto lontana dal racconto che prima Disney e poi Tim Burton ci hanno presentato.
Fonte: elpais